Il 22 di questo mese si è tenuto a Fornovo un incontro sullo stato del progetto del museo del petrolio. Organizzato dal comune, sono stati presentati, ai cittadini, i vari progetti elaborati dagli studenti del Dipartimento di Ingegneria, dell’Ambiente, del Territorio e Ambiente (DICATeA).
Sembra che alcune idee possano prendere forma concreta, come la realizzazione di un piccolo stand, interattivo e itinerante, di presentazione del museo del petrolio. Interessante anche l’idea di una rete di musei del territorio (la provincia di Parma), musei relativamente piccoli, ma importanti nella oro complessità, per presentare la storia della nostra terra. E’ immediato pensare al Museo Ettore Guatelli della storia contadina, ai vari musei o iniziative legate al pomodoro, al Prosciutto di Parma ed altri ancora. Insomma una sorta di "azionariato diffuso" applicato ai musei e alla cultura del territorio. La rete potrebbe poi estendersi a livello internazionale, interlacciandosi con diversi musei del petrolio presenti in Europa.
Non resta che complimentarsi con chi sta portando avanti queste difficili idee. Difficili perché occorre convincere, coordinare e unire diverse realtà,. Difficili perché, in questo periodo, è scarsa una risorsa importante: i soldi.
Pregevole, anche, l’impegno del comune di Fornovo, in particolare dell’assessore alla cultura il Sig. Cenci e del sindaco la signora Grenti.
Attiva la partecipazione di Gas Plus, che ha preso parte all’incontro guidando poi i convenuti ad una visita agli impianti di Vallezza. Devo però fare un appunto a Gas Plus, un mio chiodo fisso. Mentre è apprezzabile l’impegno a mantenere al meglio i siti principali, manca completamente l’impegno alla manutenzione delle proprietà dell’abitato di Vallezza, proprietà pericolanti e pericolose, circondate da una recinzione che fa da supporto a sterpaglia ed erbacce. Insomma, se di recupero si parla, ci deve essere un impegno per tutta la zona, non solo per le parti più importanti. Mi viene da pensare ad una operazione di pulizia che si conclude col nascondere la polvere sotto il tappeto.
Nella piazza del foro boario, dove si tenuto l’incontro, c’è stata una piacevole sorpresa. Il trattore Caterpillar, uno dei mezzi che in modo evidente mostrava, negli anni 50-60 (non vorrei sbagliarmi con le date, ma da ragazzino l’ho visto girare per i campi di Vallezza), la forza e l’imponenza degli strumenti utilizzati dalla SPI.
Il trattore, completo del suo argano è stato completamente e sapientemente ristrutturato dal Cav. Pierino Giroldini. Curioso l’avviamento, tipico per quelle macchine a quel tempo. Una manovella avvia un piccolo motore a benzina a due cilindri. Questo a sua volta fa partire il motore diesel del trattore. Nessuna batteria, ne motorino di avviamento elettrico.
La sorpresa si è completata recuperando una vecchia foto del trattore con mio nonno (ne sono abbastanza sicuro) seduto su un parafango. E’ facilmente individuabile dal nasone.
Ecco le foto. Cliccarle per ingrandirle.
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